Nel bene e nel… meno bene, la quinta edizione del Sardegna Rally Race si sta rivelando eccezionalmente sorprendente. Ma forse è semplicemente molto propositiva. Due giorni, dei cinque di gara, sono passati, e ogni giorno c’è da felicitarsi in modo diverso.
Anche sui 270 chilometri della terza tappa, Monotonia e routine non sono di casa, al Rally in Sardegna. Il primo giorno ha vinto Botturi, insediandosi di conseguenza al comando del Rally, ed il secondo Jordi Viladoms e Paolo Ceci vincono una Speciale ciascuno, trascinando l’intero Bordone-Ferrari Racing Team verso un successo globale di rilievo assoluto. Con un valore aggiunto: il Team è riuscito non già a cavar sangue dalle rape, come si dice, ma a far fare un deciso salto di qualità a ciascuno dei suoi Piloti. Botturi è un pulcino (non ostante il suo quintale d’imponenza), ma è già fuori dall’incubatrice. Jordi Viladoms è sempre andato forte in Sardegna e l’Isola gli piace molto, ma prima d’ora era stato in testa alla Corsa. Il catalano, oggi leader della generale, pare volare a venti centimetri da terra. Paolo Ceci, infine, ha vinto la seconda speciale davanti a Helder Rodrigues e Viladoms. Un risultato eloquente.
Come abbiamo provato a dire, con l’avanzare delle sorprese e delle novità, a soffrire sono i “mostri sacri”. Peterhansel, per esempio, nono, non trova la sbalorditiva lucidità con la quale ha ottenuto il quarto posto lo scorso anno, dodici ani dopo aver abbandonato le moto in favore di una nuova, fulminante carriera in auto. Rodrigues è ben lontano dal podio, e degli italiani “classici”, Mancini e Graziani, neanche l’ombra. Ma il “problema” sembra essere Marc Coma che, pur secondo in generale, non brilla per una particolare affilatura delle sue lame. Da non credere. Ma forse sarebbe meglio non crederci per niente. Lui non sembra certo preoccuparsi. Dice che le due settimane in America per la sua prima Baja California l’hanno stancato, erodendo un pizzico di mordente e di motivazione. Ma non dice di essere preoccupato, anzi. Sostiene che pur andando così piano (è il suo punto di vista), non è mai stato così in alto in classifica. Certamente Coma dimostra di voler per prima cosa evitare gli errori di navigazione, eppure oggi si è perso nella prima e nella seconda Speciale, e intende restare sorridente, come se tutto andasse per il meglio. I casi sono due: o cova sotto la cenere, o la Sardegna e il “Sardegna” gli piacciono troppo. E questo è peraltro certo, dunque non ci resta che aspettare l’evolvere della situazione.
Errori, ovvero navigazione difficilissima. È la bestia nera del Sardegna Rally Race. Prendiamo la prima, lunga Speciale della seconda tappa. 120 chilometri, disegno e copertura, del Moto Club Alà dei Sardi, perfetti. Road Book impeccabile, spiegato da Valter Pinna in tutti suoi punti chiave. Eppure hanno sbagliato in moltissimi, spesso trascinati da errori di Piloti che hanno sbagliato prima di loro. Botturi, velocissimo per tre quarti di Speciale, ha rovinato tutto per una nota male interpretata. Graziani, atteso come il salvatore da un nugolo di “dispersi”, è arrivato, ha preso in mano la situazione e… ha fatto sbagliare tutti un’altra volta.
Bene, a Sa Itria ci sono arrivai comunque tutti. Era d’obbligo. Le moto, permesso solo il pieno di carburante, vanno in Parco Chiuso, e i meccanici, per una volta “disoccupati” partecipano al banchetto della prima frazione della Tappa marathon del Sardegna Rally Race. La prossima assistenza sarà quella al termine della prima Speciale della tappa successiva, la terza che in altri 270 KM porta la carovana da Sa Itria ad Arbatax. Per una sera è solo festa, per tutti, e solo i Piloti che c’erano lo scorso anno, e quelli qui stasera, sanno e sapranno cos’è la magica atmosfera che si crea al Santuario vicino a Gavoi.