I migliori giovani del Mini Cross 65/85 cc. (cat. Junior e Senior) e i migliori Under 17 in sella esclusivamente ai 125 cc., per un confronto tra scuole voluto e ideato dalla F.M.I.
Si tratta della prima edizione di un inedito confronto sportivo con una delle più prolifiche scuole europee di Motocross, da cui potranno scaturire ulteriori chiavi di lettura per il programma di lavoro del settore tecnico, che sta portando avanti un programma di crescita dei giovani attraverso varie iniziative, tra cui questa.
Si dice che la “mentalità” transalpina e la pratica del Supercross, molto usata dai giovani francesi, siano le peculiarità più evidenti per spiegare il proliferare dei talenti francesi a livello mondiale. E dunque quale miglior occasione se non questa per capire in anticipo quali possano essere in proiezione futura le nostre aspettative allo stato dei fatti. E magari dal giorno dopo scoprire che… . Su questo ci stimola lasciare a ciascuno la propria proiezione!
Prevedere oggi quale potrà essere il risultato di questo intrigante confronto dai toni e dai contenuti davvero interessanti e praticamente impossibile. In sostanza, sapere se le buscheremo o le daremo è davvero difficile, così come è impossibile ipotecare il futuro, ma una sensazione è certa, quella di essere di fronte ad una iniziativa che potrà aiutarci a vedere forse meglio cosa ci aspetta dietro la prima curva e organizzarci per affrontare la seconda. Prendendo di mira le prossime bandiere a scacchi.
La prestigiosa organizzazione è stata affidata al giovane, ma capace e ambizioso Moto Club Cairo Montenotte. Il gruppo, che ha risposto in maniera entusiasta alla chiamata della F.M.I., è in linea con lo spirito emergente dell’evento; abitualmente gestisce lo stupendo Circuito Comunale denominato “Crossdromo La Gamellona” un teatro di gara ideale, scelto per le sue caratteristiche tecniche e logistiche. A loro e a tutta la compagine organizzativa va un grande “in bocca al lupo”.
Che vinca il migliore. Sempre!
In vista della prima edizione del Trofeo Italia – Francia di Motocross, in calendario a Paroldo per il prossimo 15 e 16 settembre, e riservato alle giovani leve di entrambe le Nazioni, abbiamo rivolto alcune domande al Presidente della Federazione Motociclistica Italiana, Dr. Paolo Sesti.
Tony Cairoli e Chiara Fontanesi sono attualmente sugli scudi. Per Cairoli si tratta ormai, addirittura, di una “tradizione” consolidata. Non è poco, anzi, ma quali sono le aspettative federali in proiezione futura, diciamo da qui ai prossimi 2 anni?
“Francamente, non abbiamo un Tony Cairoli all’orizzonte. Stiamo facendo un grande sforzo per supportare alcuni giovani piloti, con risultati che al momento non rispettano ancora le aspettative. Ma sono convinto che dobbiamo insistere e che i risultati arriveranno”.
E se guardiamo ancora più avanti nel tempo?
“Noi continuiamo a lavorare, ma non possiamo nasconderci che per ottenere risultati positivi mancano alcuni requisiti che giudico fondamentali. E che non dipendono dalla FMI”.
L’Italia riesce ad ottenere alcuni risultati eccellenti. Ma all’apparenza mancano i rincalzi. Quali sono le cause, a Suo parere?
“A mio parere il primo fattore è la mancanza di risorse finanziarie. Ma facciamo anche fatica a far capire il nostro progetto di crescita dei giovani. In alcuni casi abbiamo perso alcune possibili “giovani promesse” perché si è voluto farli crescere troppo velocemente, saltando alcuni passaggi. Ovviamente, mi auguro che questi ragazzi non siano persi definitivamente”. Ma credo anche che sia necessario un cambio di mentalità da parte dei Team, dei quali peraltro conosciamo le difficoltà di ogni tipo: devono capire che è il momento di fare scelte importanti in termini organizzativi, di riduzione dei costi. Devono soprattutto credere nel nostro lavoro e nelle nostre proposte”.
Cosa si aspetta da questo Trofeo Italia – Francia giovanile di motocross? Come vede il possibile sviluppo futuro?
“Si tratta di progetto che abbiamo proposto alla Federazione Francese, che lo ha ”sposato” con entusiasmo. E’ un’attività che sicuramente andrà avanti nel tempo, e mi auguro possa avere ulteriori sviluppi, sia in termini di metodi di preparazione che agonistici. Ma soprattutto spero che sia un primo passaggio, che faccia capire a tanti (Team e genitori) la diversa mentalità transalpina: lavoro duro, senza tanti aiuti di ogni genere. Non posso e non voglio dimenticare che fino a pochissimi anni fa i giovani francesi dormivano in tenda sui campi di gara (anche in occasione di gare lunghe come la Sei Giorni di Enduro), ma il giorno dopo erano i primi alla partenza. Soprattutto, molto spesso erano i primi all’arrivo… Credo che possiamo aspettarci un confronto importante per capire bene i valori in campo”.
Il Trofeo Francia-Italia da solo non può essere sufficiente. Le situazioni cambiano, le asticelle si alzano. Tenuto conto della situazione attuale e dei veloci mutamenti in termini di esigenze tecniche con cui bisogna confrontarsi, come pensate di strutturare l’attività di crescita di oggi per domani, e per dopodomani?
“Purtroppo la situazione di generale difficoltà non ci aiuta. Abbiamo un’esigenza primaria di supportare l’attività di promozione e di base a livello territoriale; dobbiamo aiutare i Moto Club organizzatori perché possano riuscire mantenere i “numeri” di un’attività comunque costosa. Temo che saremo costretti a rivedere gli importi riservati al supporto dell’attività giovanile e comunque dei piloti più promettenti”.
I nostri “cugini” francesi praticano molto Supercross, ritenendolo determinante per la formazione se praticato soprattutto all’inizio, cioè nel momento in cui è più facile acquisirne la tecnica. Perché, a Suo giudizio, in Italia siamo nella situazione per certi versi paradossale, dove i nostri giovani sono in certi casi addirittura dissuasi dal praticarlo dai propri “manager”?
“Noi crediamo che il Supercross sia utile ad affinare la tecnica e la sensibilità di guida”.
Illustri e autorevoli pareri, tra cui quello del Settore Tecnico FMI, credono molto nel Supercross. Perché non si “spinge” di più a favore di questa specialità?
“Il Supercross va praticato con grande attenzione e sotto la guida di tecnici esperti e competenti che la FMI può mettere sicuramente in campo. Abbiamo inoltre programmato di incrementare il “progetto Supercross” per i giovani. Mi auguro, ovviamente, che genitori e Team ci vogliano seguire in questo percorso di formazione e crescita”