Due anni di successi (2013-2014) come Direttore Sportivo del Team Italia nell’Europeo STK600. Due anni dove ha portato alla vittoria Franco Morbidelli e Marco Faccani, piloti che hanno fatto il grande salto al Mondiale, l’uno in Moto2 l’altro in Supersport. Parliamo diCristiano Migliorati, autore anche lui in questa stagione del passaggio al Mondiale, sempre come Direttore Sportivo del San Carlo Team Italia ma impegnato in Moto3. Arrivati al round di Misano facciamo un primo bilancio di come sta andando quest’esperienza.
Allora Cristiano, dopo 2 anni di successi nell’Europeo ora sei Direttore Sportivo nel Mondiale Moto3. Com’è stato il passaggio?
“Diciamo che in linea di massima il mio ruolo non è cambiato. Questo è un palcoscenico diverso, magari più rilevante per i nomi e le case che frequentano il paddock, ma quando fai il tuo lavoro e ci metti tutto l’impegno possibile, il contesto non fa molta differenza. Noi continuiamo a fare del nostro meglio per far crescere i ragazzi, il nostro obiettivo principale“.
Quanto è stato forte il salto a livello tecnico?
“Queste moto essendo prototipi hanno molte più variabili. La nostra fortuna però è che a livello di Mahindra, che è il nostro pacchetto, ci sono informazioni che circolano. Se arrivano degli aggiornamenti arrivano per tutti, così come i vari sviluppi. Il nostro obiettivo è quello di confrontarci con chi corre con i nostri stessi mezzi, poi strada facendo cominceremo a cercare di battere anche gli altri. Oggi il nostro derby è con Mahindra, e continuiamo a lavorare duramente per vincerlo. Una volta portato a casa questo penseremo al resto dei rivali“.
A livello di ambiente invece quanto si sente la differenza tra Stock e Mondiale?
“Diciamo che il paddock sostanzialmente è quello. Magari, rispetto alla STK600, qui c’è un po’ più di interesse perché la Moto3 è una categoria a tutti gli effetti Mondiale. Probabilmente per i piloti c’è una maggiore pressione mediatica, che noi cerchiamo di alleggerirla per far rimanere i nostri ragazzi tranquilli“.
È un buon momento per i piloti italiani. Alcuni di loro, con un passato al CIV e al Team Italia come Petrucci, stanno raccogliendo ottimi risultati. Guardano ai ragazzi in Moto3 del CIV chi vedi pronto per il salto mondiale?
“E’ sempre difficile fare dei nomi. In Italia i piloti non mancano. Abbiamo svolto un gran lavoro di scouting con il Settore Tecnico e c’è un forte impegno dietro le quinte da parte di altri tecnici che ancora oggi continuano a frequentare i nostri campionati giovanili, selezionando i migliori talenti per il futuro. Lavorare con i giovani può voler dire fare una scommessa. Prendersi alcuni rischi. Ma sono rischi che dobbiamo assumerci noi come Team e come Federazione, puntando su qualcuno che ha dato segnali positivi a livello nazionale per portarlo a livello internazionale, sempre curandone la crescita“.
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