Una mattinata di medaglie, ricordi e grandi testimonianze. All’auditorium Enrico Caruso di Torre del Lago Puccini, frazione del comune di Viareggio, sabato 7 dicembre si è tenuta la cerimonia di premiazione del Campionato Italiano Motocross Epoca 2024. Due ospiti d’onore: Michele Rinaldi e Franco Rossi, che hanno strappato gli applausi dei presenti con le loro parole.
Insieme a Roberto Bianchini di FXAction, che ha organizzato la cerimonia, erano presenti, in rappresentanza della FMI, il Vicepresidente Rocco Lopardo, il coordinatore del Motocross Epoca Mario Volpe e il presidente del Comitato Regionale Toscana Alessandro Roscelli.
Michele Rinaldi ha ricevuto una targa per celebrare i 40 anni dalla vittoria del suo titolo mondiale, il primo per un pilota italiano, e sul palco è tornato a ricordare quei momenti. “Ero assolutamente impreparato – ha detto –. Dopo aver perso le prime gare per infortunio, ero riuscito a recuperare molti punti a Maddii, ma lui era comunque arrivato all’ultima prova con un vantaggio più che rassicurante, tutti aspettavano la sua vittoria. Poi successe che Corrado si ruppe una gamba nelle prove e io tornai in gioco. Però questa cosa mi sconvolse, addirittura mi dovettero convincere a correre, perché io non volevo. Alla fine riuscii a vincere il titolo, ma sul traguardo non festeggiai. Non avevamo nemmeno lo spumante, arrivò Georges Jobé a stappare una bottiglia di birra. E ancora oggi, dopo quarant’anni, dentro di me c’è qualcosa che non mi fa godere del tutto quella vittoria”.
Poi il campione di Parma ha raccontato il momento più bello della sua carriera: “Il Gp d’Italia a Montevarchi del 1980, quando vinsi tutte e due le manche con la TGM. Il pubblico era ovunque, lo potevo quasi toccare a bordo pista, e faceva un tifo incredibile. Mi sentii come se avessimo vinto tutti insieme”.
Per concludere, Rinaldi ha lasciato sul palco una riflessione molto profonda: “Quello che ho imparato nella mia vita è che non bisogna avere l’ossessione di vincere per forza. Per fare sport servono pazienza e costanza, ma soprattutto serve la consapevolezza che non tutti possono diventare dei campioni, e questa cosa non dev’essere vissuta come un fallimento. È importante essere in pace con sé stessi anche dopo un decimo posto, perché solo questo permette di godersi davvero lo sport”.
Tra una premiazione e l’altra delle varie categorie del campionato Epoca, è stato il turno di Franco Rossi, anche lui detentore di un primato per il motocross italiano: nel 1992 è diventato il primo azzurro a vincere un gran premio nel mondiale della classe 500. “Ai miei tempi noi italiani eravamo molto forti nelle classi più piccole – ha detto il pilota spezzino – ma in 500 facevamo fatica a emergere. Poi arrivò il 1992 e io mi trovai in una forma straordinaria. Quando vinsi per la prima volta, in Cecoslovacchia, ero in uno stato di grazia tale che rimasi sorpreso da quanto andavo forte. Quelle vittorie hanno sicuramente aggiunto qualcosa alla mia vita, hanno coronato tutti i sacrifici che avevo fatto”.
Anche a Rossi è stato chiesto di fornire la sua esperienza per dare un messaggio ai più giovani. “Secondo me bisogna concentrarsi sull’essenziale – ha risposto –. Oggi vedo tanti genitori che spendono grosse somme per far correre i ragazzini, dimenticandosi che il motocross è uno sport dove il pilota conta per l’80%. Alla fine, chi ha le doti giuste non ha bisogno di grandi cose per emergere”.
Dopo le premiazioni, Mario Volpe ha ricordato la figura di Iller Aldini (scomparso pochi mesi fa) e ha presentato il calendario 2025 del Campionato Italiano Motocross Epoca.
Meritata e adeguatamente applaudita la targa finale delle premiazioni, che Bianchini ha voluto consegnare a sorpresa a Lucia Meniconi, storica e immancabile segretaria di tutte le gare del campionato italiano Epoca.