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L’intervista a Paco Castagna: “Per questo sport devi essere disposto a fare tanti sacrifici”

Nel suo palmares figurano tre titoli nel Campionato Italiano Speedway, oltre che tre affermazioni nel Campionato Italiano Juniores. Lui è Paco Castagna, nato ad Arzignano nel 1994 e considerato uno dei maggiori esponenti italiani dello speedway.

Paco attualmente corre in Inghilterra negli Edinburgh Monarchs e solo recentemente ha staccato il pass per il Grand Prix Challenge che si terrà a Pardubice (Repubblica Ceca) il 4 ottobre.

Alla soglia dei 30 anni, dopo quasi 15 anni di carriera, Paco ha ancora la fame agonistica di una volta, con l’obiettivo di riconfermarsi campione italiano e aumentare la visibilità di questo sport nel nostro paese.

Sono tanti i punti toccati in questa intervista, come l’esordio in pista a 15 anni, il continuo paragone con suo padre Armando Castagna, vera leggenda di questo sport, il rapporto pilota – moto e l’evoluzione dello speedway in Italia.

Quando hai iniziato a capire che questo sport sarebbe potuto diventare una parte fondamentale della tua vita?

“Lo speedway è uno sport che ho sempre voluto fare fin da bambino. Ho capito che poteva essere un lavoro e quindi una parte fondamentale della mia vita più o meno verso i 15 anni di età, quando feci la mia prima gara. Sentii fin da subito che mi avrebbe dato tante soddisfazioni e molti insegnamenti di vita, e così è stato”.

Hai vinto il titolo italiano per tre volte nella tua carriera. Questa stagione è partita con il piede giusto, l’obiettivo sicuramente è quello di ridiventare campione

“Ho già vinto 3 titoli e questo mi dà una grande carica, siamo partiti davvero alla grande. Ho vinto tutte le batterie a cui ho partecipato fino ad ora, siamo riusciti a fare un ottimo lavoro sia in officina che ai box per preparare la moto al meglio. Il livello è molto alto e per questo è difficile confermarsi, ma l’obiettivo stagionale è sicuramente quello di conquistare il quarto titolo italiano e continuare a mettere medaglie d’oro in bacheca”.

Recentemente hai staccato il pass per il Grand Prix Challenge che si terrà a Pardubice, in Repubblica Ceca, il 4 ottobre. Che emozioni hai provato? Spiegaci anche come funziona il Challenge.

“Il tutto parte dalle qualificazioni che sono quattro semifinali, i migliori quattro di ogni semifinale staccano il pass per il Challenge. A Pardubice i sedici piloti partecipanti gareggeranno in una gara unica dove i migliori quattro si qualificheranno per il Gran Prix Challenge del 2025, per entrare nei quindici migliori al mondo. Quest’anno è stata un’emozione unica, soltanto nella mia qualificazione erano presenti quattro piloti che corrono nel mondiale, il livello era impressionante. Qualificarmi davanti al pubblico di casa è sempre fantastico, è stata una gara che mi ha stremato sia a livello mentale che fisico. Questo risultato è molto importante per il movimento dello speedway in Italia, essere uno degli esponenti principali di questo sport nel nostro paese fa molto piacere e dimostra quanto il duro lavoro alla fine paga sempre”.

Sei figlio di Armando Castagna, il pilota italiano più titolato della storia nello speedway. Questa cosa ti motiva a fare meglio o alcune volte può risultare un peso?

“Ovviamente la situazione nel corso del tempo è cambiata. All’inizio della mia carriera ero conosciuto solo per essere il figlio di mio padre, era una cosa che mi pesava molto e metteva in secondo piano i risultati che acquisivo in pista. Adesso posso solo che esserne fiero, mi dà una grande carica per poter fare sempre meglio e il tempo ha aiutato per farmi conoscere meglio da tutti, per far capire che io sono Paco Castagna e non “il figlio di”.

In molti sport si vede sempre più spesso come il mezzo diventi più importante dell’abilità del pilota. Anche nello speedway è così?

“Rispetto ad altri sport è sicuramente il pilota a dover fare la differenza rispetto alla moto. E’ anche vero che adesso siamo arrivati ad un livello dove il mezzo fa molto, i fattori fondamentali sono il motore e il setup della moto, specialmente quando si corre ad alti livelli dove i margini in pista sono minimi”.

Questo è uno sport che in molti paesi del mondo sta prendendo sempre più piede. A che punto è la sua evoluzione in Italia?

“E’ ancora uno sport poco conosciuto, noi piloti italiani stiamo cercando di far conoscere il più possibile lo speedway in tutto il paese. Avere gare di competizioni come il Mondiale Under 21 e l’Europeo sicuramente aumenta il prestigio di questo sport. E’ comunque una disciplina che piace a molti, la gente che viene a vedere per la prima volta una gara rimane sempre scioccata in modo positivo, meriterebbe sia una maggiore considerazione sia il poter stare allo stesso livello degli sport motoristici che in questi anni hanno preso sempre più piede. Mi piacerebbe che le persone che si trovano completamente al di fuori di questo mondo possano venire a vedere una gara, è uno sport particolare perché si corre con moto senza freni, mettendosi di traverso e su circuiti ovali”.

Parlaci anche delle tue esperienze in campo internazionale

“Al momento corro in Inghilterra nella lega inglese a squadre con gli Edinburgh Monarchs. A livello professionistico puoi correre per molteplici squadre in varie leghe. Facendo esperienze in giro per il mondo riesci ad adattarti a tutte le varie situazioni, per essere un pilota forte devi abituarti a tutti i tipi di terreno e a qualsiasi tipo di situazione. Per questo sport devi essere disposto a fare tanti sacrifici, un pilota si ritroverà spesso a non dormire per stare sempre dietro la moto e per fare tanti viaggi. Sicuramente le cose che ho imparato di più sono state lo spirito di adattamento e la voglia di dare sempre il massimo anche quando la situazione è difficile, è uno sport estremo che ti perdona poco perciò devi essere sempre al massimo della tua capacità fisica e mentale per portare a casa dei risultati”.

Fino all’anno scorso hai fatto parte del progetto Pata Talenti Azzurri. E’ stata un’esperienza formativa?

“E’ stato un progetto interessante in cui sono stato introdotto fin dall’inizio. Ho conosciuto molti piloti di varie discipline con cui mi sento e mi confronto tutt’ora, inoltre a livello mediatico è stato importante perché mi ha aiutato ad ottenere maggiore considerazione a livello nazionale”.

Qual è il tuo obiettivo in questo sport, sia nel breve che nel lungo periodo?

“Riconfermarmi campione italiano e portare a casa un buon risultato al Challenge sono fondamentali per me. Altri due grandi obiettivi sono quelli di fare il meglio possibile con la Maglia Azzurra allo Speedway delle Nazioni in Inghilterra e dare il massimo all’Europeo a coppie a fine anno che si correrà in casa a Lonigo. La stagione è iniziata alla grande e bisognerà mantenere la giusta condizione fisica e mentale per mantenersi ad alti livelli e raggiungere tutti gli obiettivi prefissati”.

 

 

 

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