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L’intervista a Fabio Mazzola: “A distanza di dieci anni il mio sogno rimane lo stesso”

Fabio Mazzola, Talento Azzurro Trial, ha iniziato nel migliore dei modi la sua stagione nella TR3 125, con il primo posto in campionato all’esordio in questa categoria.

Nato il 13 maggio 2008, Fabio è considerato un talento di questo sport, come dimostra la sua costanza nei risultati nel corso degli anni, sia a livello nazionale che internazionale.

In questa intervista si sono toccati i punti fondamentali della sua carriera, dagli esordi a 7 anni in bike trial passando per i suoi obiettivi nella stagione 2024, fino ad arrivare al suo sogno più grande: partecipare al campionato mondiale nella massima categoria.

Com’è nata la passione per questo sport?

“Mio papà ha sempre fatto gare di moto trial anche a livello professionistico e la mia passione per questo sport è nata proprio da lui. All’età di quattro anni i miei genitori mi hanno comprato una motoretta di plastica a spinta con cui mi divertivo un sacco. A sette anni ho iniziato a far gare di bike trial mentre ad otto ho incominciato con la moto. Fino al 2021 circa sono riuscito a seguire tutti e due gli sport mentre adesso mi concentro solo sulla moto trial. Quindi posso dire che se adesso sono qui a fare questo sport è tutto merito della mia famiglia e soprattutto di mio papà”.

Questo è l’anno del tuo esordio nella TR3 125. La partenza è stata fantastica siccome sei primo in campionato. Ti aspettavi un inizio così? Quali sono le cose su cui puoi ancora migliorare?

“Sicuramente io, il mio allenatore, il mio minder e tutta la mia famiglia sapevamo che potevo farcela e che potevo difendermi bene nonostante la nuova categoria, ma personalmente non mi aspettavo di prevalere così tanto soprattutto nelle prime due gare di campionato italiano, il fatto di non essermi creato aspettative è stato il tassello vincente. Posso migliorare ancora molto, soprattutto sul potenziamento muscolare e la maggiore resistenza in gara così da esprimere il meglio delle mie capacità anche nell’ultima zona”.

Quali sono le differenze maggiori con il MiniTrial?

“Le principali differenze sono il numero di zone: nei Minitrial sono 6 da ripetere in 3 giri mentre nei TR3-125 sono, in base alle giornate di gara, 10 o 12 da ripetere in 2 giri. Il trasferimento è molto più lungo e il tempo di gara è minore, quindi bisogna correre molto e fare le zone velocemente una dietro l’altra. Inoltre, più della metà delle gare del campionato italiano sono divise nelle giornate di sabato e domenica, mentre i mini trial gareggiano sempre solo la domenica. Le differenze quindi sono molto importanti, lo stile di gara è diverso e di conseguenza anche la preparazione”.

Hai acquisito anche esperienza in campo internazionale siccome hai partecipato all’Europeo Trial. Che emozioni hai provato e quanto può esserti utile per il prosieguo della tua carriera sportiva? Quali saranno i tuoi prossimi impegni europei?

“Nel 2023 ho partecipato a tutto il campionato europeo con le trasferte in Svezia e in Norvegia. Questa esperienza è stata di fondamentale importanza per la mia carriera e mi ha anche aiutato molto dal punto di vista atletico. Le emozioni che ho provato non si possono descrivere a parole siccome era la mia prima gara che facevo all’estero e qualificarmi anche secondo in campionato è stato ancora più emozionante. Sicuramente ero molto curioso ed emozionato per scoprire posti nuovi e capire effettivamente come si svolge una gara internazionale, ma avevo anche timore perché non sapevo a cosa andavo incontro. Il 25 e il 26 maggio avrò la prima gara di campionato europeo in Italia a Piazzatorre, mi sto preparando al meglio e darò il massimo come sempre”.

Come ti prepari, sia dal punto di vista fisico che mentale, per una competizione trialistica?

“Nella settimana di gara cerco di allenarmi tutti i giorni ma non troppo intensamente così da non stancarmi troppo e non rischiare infortuni. Dal punto di vista mentale invece cerco di liberare la testa da tutto quello che c’è oltre al trial e di pensare solo alla gara per potermi esprimere meglio”.

Com’è il rapporto con la tua TRRS?

“Il feeling con la moto è ottimo e prima della gara la preparo al meglio per accertarmi di avere in gara la stessa confidenza che ho in allenamento. Secondo me trovarsi bene con il proprio mezzo e trovare le giuste regolazioni è una delle cose più importanti in tutti gli sport motociclistici ma soprattutto nel trial. Inoltre, il rapporto con il Team TRRS Italia è splendido, mi trasmettono molta sicurezza durante la gara”.

Fai parte anche del progetto Pata Talenti Azzurri. Quanto è importante per te?

“È il secondo anno che faccio parte dei Pata Talenti Azzurri. Il loro supporto è fondamentale, soprattutto nella fase invernale durante la preparazione fisica e trialistica, allenandomi con i campioni in carica e non che mi passano il loro sapere di anni di esperienza. Mi da una grande spinta che mi sprona sempre di più a crescere e a dare tutto me stesso sulla moto. Personalmente sono molto grato di far parte di questo progetto e spero di continuare ad essere un Pata Talento Azzurro ancora per molto”.

Hai un sogno nel cassetto? Se si, quale?

“Quando ero piccolo ricordo benissimo che mi piaceva molto guardare le videocassette e i CD delle gare di mondiale con mio papà, mi sono innamorato e in quel momento ho capito che il mio sogno era partecipare a una di quelle gare che guardavo appassionatamente ogni sera. Ora a distanza di quasi dieci anni sono cresciuto molto ma il mio sogno rimane lo stesso: gareggiare al campionato mondiale nella massima categoria e superare i miei idoli di adesso e di quando ero bambino”.

 

 

 

 

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