Negli anni Cinquanta e Sessanta dire moto di grossa cilindrata e di alte prestazioni equivaleva a dire bicilindriche inglesi. I grandi costruttori britannici erano gli unici che, dopo il termine della Seconda Guerra, avevano messo in produzione dei modelli turistici di elevata potenza, ben presto affiancati da versioni dichiaratamente sportive. Da noi al massimo c’era qualche monocilindrica di 500 cm3, il cui progetto risaliva fondamentalmente all’anteguerra (Gilera Saturno, Guzzi Astore e Falcone, CM). Pure le bicilindriche apparse nel corso degli anni Cinquanta, ossia le varie Parilla Veltro, Gilera 300 e Benelli Leonessa, non avevano cilindrate considerevoli e in quanto a prestazioni è meglio lasciar stare… In Germania c’erano le BMW (e per qualche tempo anche la Zundapp 600) ma avevano una impostazione relativamente tranquilla e costavano tanto. In quanto alla Horex bicilindrica, è stata prodotta per poco e in numeri modesti. Poi è comparsa la R69S che andava davvero forte ma, forse per via della trasmissione finale a cardano, veniva considerata più adatta al granturismo veloce che all’impiego sportivo.
Le grandi bicilindriche inglesi
12 Luglio 2017
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