Negli ultimi giorni si è assistito ad un’ennesima campagna denigratoria da parte del Club Alpino Italiano (CAI) nei confronti della Federazione Motociclistica Italiana e di tutto il movimento dei motociclisti, con particolare riguardo alla regione Emilia Romagna. Sono infatti usciti articoli e dichiarazioni sui media che sono apparsi strumentali, parziali e non corrispondenti alla realtà, né quella legislativa né quella radicata nei territori. In questa regione, infatti, il processo di discussione ha già portato, a seguito di un dialogo costruttivo, alla modifica della legge REER, che ora attende solo di essere applicata. Grazie agli sforzi e al lavoro dell’Assemblea Legislativa Regionale e del Comitato Escursionisti su Ruote, si è infatti giunti ad un punto di incontro che in pratica lascia ai Sindaci delle varie Comunità la decisione ultima sulla percorrenza dei sentieri.
Le recenti uscite del CAI rappresentano quindi un passo indietro, uno sterile tentativo di ulteriore modifica per far passare un principio di divieto demagogico irrispettoso del lavoro politico e legislativo già svolto.
Pur non volendo rispondere ad inutili provocazioni, la FMI respinge con decisione e chiarezza le spregiudicate accuse di lobby del CAI, accuse completamente lontane dalle realtà sportive e sociali che la FMI rappresenta come Federazione facente parte del CONI.
Il CAI ricorre poi alla raccolta firme per sollecitare un movimento di opinione che si è già espresso con estrema chiarezza. E’ doveroso ricordare che proprio da una raccolta firme partita dalla base dei motociclisti è nato il Comitato Escursionisti su Ruote (CER) di cui la FMI è parte attiva. Grazie ad un costruttivo dialogo con le parti politiche, il CER è adesso un preciso punto di riferimento non solo per le parti coinvolte ma per tutto il territorio emiliano romagnolo attraverso una presenza capillare e radicata.
La FMI chiede che si faccia un passo avanti e che non si torni indietro. E che la REER venga finalmente applicata.