Presso la sede ANCMA a Milano, si tenuto ieri (martedì 19 novembre) un importante incontro sulle problematiche della circolazione fuoristrada. La riunione, organizzata congiuntamente da FMI ed ANCMA, è servita per aggiornare le Case sugli sviluppi, le tematiche e le azioni future per tutelare la pratica del fuoristrada.
Dopo l’introduzione da parte del Dott. De Viti (Direttore Settore moto di ANCMA), il Presidente FMI Paolo Sesti ha relazionato i rappresentanti della Case (Honda, KTM, TM, Yamaha) a proposito del protocollo d’intesa con il Corpo Forestale dello Stato, tornando a sensibilizzare i produttori per realizzare un porta targa di serie da adottare sulle moto da off road che possa risolvere l’annoso problema del rispetto del Codice della Strada.
Dopo l’intervento del Direttore Generale ANCMA, Pierfrancesco Caliari, che ha ribadito la piena collaborazione per contribuire ad un produttivo dialogo con le Istituzioni, sono state illustrate le varie proposte a favore della promozione e dello sviluppo del fuoristrada, e i rappresentanti delle Case hanno dibattuto e formulato iniziative a sostegno dell’attività di base.
Dopo gli interventi dei vice presidenti FMI, Fabio Larceri e Giovanni Copioli, particolare attenzione è stata posta all’intervento dell’Ing. Luca Giaroli, che ha spiegato alla platea in cosa consista il CER (Comitato Escursionisti su Ruote) con particolare riferimento alla vicenda Dell’Emilia Romagna, dove grazie ad una precisa azione di sensibilizzazione è stato bloccato un disegno di legge che prevedeva sostanzialmente il divieto su tutto il territorio di praticare il fuoristrada.
Nel corso della riunione si è auspicato come il modello del CER possa essere adottato anche in altre regioni che manifestino criticità, sempre portando avanti la rappresentanza non solo dei motociclisti, ma di tutti gli utenti che, nel preciso rispetto delle regole, vogliano praticare l’offroad. L’appello di Giaroli e della FMI per il coinvolgimento ed il sostegno alla nascita giuridica del CER è stato raccolto da ANCMA. L’Associazione comunicherà a breve la propria posizione, auspicando di poter concretamente contribuire con una quota che andrà ad aggiungersi a quella già prevista dalla FMI e dalle Case, le quali hanno già aderito per rendere operativa l’azione di tutela sui territori dell’Emilia Romagna. La realizzazione di questo unico fondo di garanzia a livello nazionale consentirà la partecipazione al CER anche di altre regioni con dei referenti locali.