Si è tenuta ieri presso Villa la Favorita a Firenze, la conferenza stampa organizzata dal Corpo Forestale dello Stato e dalla Federazione Motociclistica Italiana per illustrare i risultati della campagna “Defend Life” durante l’estate 2016. All’incontro erano presenti Giuseppe Vadalà (Comandante Regionale Toscana del CFS), Claudio D’Amico (Comandante Provinciale di Arezzo del CFS e responsabile della campagna Defend Life) e Tony Mori (Responsabile dei Rapporti Istituzionali FMI).
L’iniziativa Defend Life, nata nel 2009 in collaborazione tra FMI e CFS per dare una risposta all’incremento della incidentalità sulle strade dei passi montani della provincia di Arezzo, nel 2013 è stata estesa a tutta la regione Toscana. L’obiettivo è quello di reprimere le condotte di guida pericolose tenute dai motociclisti – i quali talvolta adottano comportamenti disinvolti anche del tutto lontani dal cliché dello “smanettone” – per favorire il corretto esercizio delle attività motoristiche e diffondere la cultura della prudenza. Da evidenziare come in occasione dei controlli, non si siano registrati incidenti a motociclisti lungo le strade dei passi interessati.
Nel corso del 2016 il Corpo Forestale dello Stato ha allestito complessivamente 17 cantieri di controllo dove sono stati eseguiti accertamenti statici e dinamici che hanno portato ad eseguire 180 verifiche e a rilevare 52 irregolarità. Quattro le province interessate: Arezzo (passi dello Spino, VIamaggio, Calla e Croce ai Mori), Firenze (Muraglione, Futa, Giogo), Grosseto e Siena (Monte Amiata). Particolarmente intensa anche l’attività di controllo sui tracciati fuoristrada del territorio regionale. Oltre a rilevare due manifestazioni irregolari perché organizzate in difetto di autorizzazione, sono stati eseguiti 556 controlli che hanno interessato 199 persone: 84 gli illeciti accertati a carico di 82 persone.
Le principali infrazioni riscontrate riguardano comportamenti di guida troppo disinvolti per imprudenza o velocità eccessiva, e mancata conformità dei mezzi rispetto alle caratteristiche di omologazione riportate sulla carta di circolazione.
“Un binomio vincente quello tra CFS e FMI – afferma Tony Mori – che hanno avuto il coraggio di costruire un progetto di informazione, educazione e sensibilizzazione che garantisca l’utilizzo del territorio nel pieno rispetto delle regole, che permetta il diritto alla pratica sportiva con la piena e totale condivisione, non solo dei diritti ma anche e soprattutto con l’assunzione della responsabilità che impone il dovere del rispetto dei territori”.
“Controllare la circolazione sulle strade montane e rurali a difesa della regolare circolazione negli interessi della vita delle persone altrui e della stessa vita dei motociclisti – spiega Giuseppe Vadalà – è l’importante obiettivo di questa campagna di verifiche su strada e fuoristrada, a conferma del ruolo centrale che il Corpo Forestale dello Stato per la tutela dell’ambiente montano”.