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Gioele Meoni alla Dakar nel segno di Fabrizio. Copioli: “Che emozione. Facciamo il tifo per lui”

La KTM arancio e argento, la tuta griffata di blu e la sabbia del deserto da affrontare. E poi quel cognome, Meoni. Non è un impossibile viaggio nel tempo, ma l’attualità di ciò che sta succedendo in questi giorni, durante l’edizione 2024 della Dakar. Solo che il Meoni in questione è Gioele, figlio dell’indimenticato Fabrizio. Fisico imponente, capelli ricci, Gioele è la fotocopia del padre, quella leggenda del Motorally capace di vincere due Dakar (quelle originali, con partenza da Parigi: 2001 e 2022), quattro Rally dei Faraoni e altrettanti Rally di Tunisia. Scomparso prematuramente nel 2005, a causa di un incidente avvenuto proprio durante una Dakar.

Come raccontato da Gioele, il sogno suo e di Fabrizio era quello di correre questa corsa leggendaria insieme. Ed è proprio nel ricordo del padre che Meoni junior sta solcando le dune del deserto in questa Dakar, nella categoria Motul. La più dura, quella senza assistenza, dove bisogna farsi tutto da soli. Ma anche la più autentica.

Debuttare alla Dakar a 29 anni non è impresa facile, ma di sicuro non spaventa chi ha subito, come Gioele, la perdita del padre prima e della sorella poi. Disgrazie che hanno temprato Meoni junior, che nella vita di tutti i giorni segue anche con passione la Fondazione intitolata al padre, una Onlus che opera soprattutto in Africa.

Per la Dakar 2024 Gioele può contare sui preziosi consigli degli amici di Fabrizio, nomi del calibro di Cyril Despres e Nani Roma, ma il lavoro, quello duro, è tutto a suo carico. Bisogna riportare a casa se stessi sani e salvi, Inclusa la moto, pagata di tasca propria, spesa della quale Gioele proverà a rientrare vendendo quello che, a fine Dakar, sarà un prezioso cimelio.

Con poco più di metà gara alle spalle, dopo l’ottava tappa Meoni è 46esimo in classifica generale e quinto in quella di categoria. “E’ davvero emozionante ciò che sta facendo Gioele – ha dichiarato il Presidente FMI Giovanni Copioli – Inutile spendere parole sul papà, tutti sappiamo chi era. Mentre invece di Gioele bisogna parlare eccome, per la tenacia, la passione e lo spirito che sta mettendo in questa impresa. Un ragazzo che ha saputo reagire alle batoste della vita e che è anche impegnato nel sociale. Tutti noi motociclisti facciamo il tifo per lui”.

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