Anno 2007. La MotoGP corre per la prima volta con motori da 800 cm³ e in Ducati, accanto a Loris Capirossi, arriva un giovane Australiano: Casey Stoner. 21 anni, dopo alcuni buoni piazzamenti in 250, Casey aveva esordito l’anno precedente in MotGP, guadagnandosi l’appellativo di “Rolling Stoner” per le molte cadute nel corso della stagione. In Ducati però scelgono di puntare sul suo talento, evidente già all’epoca ma forse grezzo, e gli affidano la Desmosedeici, un bolide non facile da domare. La scelta si rivelerà vincente, il 2007 sarà l’anno della rinascita per Ducati e farà conoscere al mondo tutto il valore di Stoner, creando un binomio quasi inscindibile.
Nel corso della stagione Stoner vince 10 gare, guida come nessuno aveva mai fatto la Ducati con il motore progettato da Filippo Preziosi e porta la casa italiana alla conquista del Mondiale MotoGP. Un sogno che si realizza per i nostri colori e per la casa di Borgo Panigale, l’inizio di un rapporto quasi viscerale tra Stoner e la Ducati. Quel mondiale resterà l’unico (per ora) conquistato da Ducati nella MotoGP, storia diversa invece per Stoner. Il “canguro” passerà nel 2011 alla Honda, conquistando subito un altro titolo mondiale e ottenendo un 3° posto l’anno successivo. La storia poi la consociamo tutti. Il ritiro, sbattendo la porta, dal mondo delle corse e dalla MotoGP. Alcuni anni da tester per Honda, qualche apparizioni come la 8 ore di Suzuka, ed ora, il ritorno in Rosso.
Stoner è di nuovo in sella ad un Ducati, anche se solo come tester. Il tempo, a giudicare dai test di Sepang, non sembra aver intaccato il feeeling con la Desmosedici. Il talento dell’australiano invece non è mai stato in discussione. Appassionati, addetti ai lavori e tifosi Ducati sperano solo in una cosa, vedere di nuovo Stoner impegnato in gara a dare battaglia a Valentino, Lorenzo, Pedrosa e anche Marquez. Il tutto sempre con il manubrio della Desmosedici tra le mani.