Ieri, 29 maggio, a Santa Maria Nuova di Bertinoro è venuto a mancare Benito Savoia, consumato dalla malattia. Se n’è andato, in silenzio, come era abituato a fare: poche chiacchiere e lavoro a testa bassa. Gli ultimi sguardi, pur domati dal male, hanno continuato ad esprimere la sua tenacia e la rabbia nel dovere abbandonare la vita e la sua ragione di vita: la moto.
Benito Savoia è stato un preparatore formidabile, su tutti i tipi di motori, da sempre. Prima con le quattro tempi, poi con le due, poi ancora con le quattro. Ingegnoso e caparbio, è stato capace di plasmare la materia come voleva, ottenendo sempre risultati unici. Dopo l’esperienza in Aprilia come preparatore e responsabile della moto di Loris Reggiani (che gli è rimasto vicino fino alla fine) negli ultimi anni si era dedicato alla preparazione delle moto d’epoca per i trofei italiani. Le sue moto hanno portato a casa decine di vittorie in tutte le categorie. E’ stato formidabile anche come pilota: nonostante la non più giovane età si è aggiudicato, nella classe 500 epoca, una grande quantità di gare ed una mezza dozzina di Campionati italiani. L’ultimo appuntamento con la pista, è stato al Meeting FMI di Adria 2007 dove, pur minato dal male, ha corso come un leone aggiudicandosi una meritatissima terza piazza nelle 500. Ma Benito non ci ha lasciato solo questo: ha lasciato a tutti il suo senso di attaccamento alla vita e alla meccanica e un altissimo senso del dovere, capaci di fargli preparare gli ultimi motori fino a pochi giorni dalla fine. In lui si è visto chiaro uno dei caratteri fondamentali dello spirito umano: la curiosità positiva, quella che porta avanti. Per tutto questo, a febbraio 2007, ad Imola, è stato premiato alla carriera dalla Commissione Moto Epoca FMI.
Benito dentro di noi non morira’ mai, come mai si cancelleranno nè il rombo del suo Saturno sui tornanti del Muraglione nè le traiettorie della sua Ala D’Oro in tutte le piste d’Italia. Grazie, Benito.