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Ci ha lasciato Massimo Sironi, Presidente della Scuderia Fulvio Norelli

E’ scomparso Massimo Sironi, Presidente della Scuderia Fulvio Norelli e figura di riferimento per il motociclismo lombardo e italiano.

Pubblichiamo di seguito il sentito ricordo della sua Scuderia, che ripercorre nei dettagli e con sentimento la vita motociclistica – e non solo – di Massimo Sironi.

“Ci ha lasciato il nostro Presidente Massimo Sironi dopo aver lottato per anni come un leone contro una grave malattia che purtroppo alla fine ha avuto il sopravvento.
Per descrivere Massimo e parlare di cosa sia stato per la Scuderia Fulvio Norelli non basterebbe un libro, perché Massimo è stato la Norelli!
È stato uno dei fondatori nel 1967 ma, fino al 2002 per motivi di lavoro, ha sempre declinato l’invito alla presidenza, ricoprendo la carica di Consigliere e di Vice Presidente.
Dal 2003 al 2007 e poi dal 2021 ad oggi ha accettato di prendere le redini della Norelli, l’ha coltivata come fosse una sua creatura e l’ha portata ai livelli che tutti conoscono.
Ha fatto della “Valli Bergamasche Revival” – che è il fiore all’occhiello della Scuderia Norelli – un evento internazionale conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.
Massimo si è battuto perché l’edizione del 2007, quella del 40° anniversario di fondazione della Scuderia Norelli, partisse da Bergamo alta sul piazzale della Fara, dove prendeva il via la Valli Bergamasche negli anni ’60 e inizio ’70.
Quella è stata l’edizione che ha determinato il salto di qualità della manifestazione internazionale nata nel 1986.
Lo scorso anno, in occasione del 55° anniversario della Scuderia, Massimo ha voluto ripetere la partenza dalla Fara, creando un evento con un successo a dir poco strepitoso che tutti hanno apprezzato.
Massimo è riuscito a coinvolgere chiunque nell’avventura della sua Norelli: amici, ufficio, famiglia. Nemmeno suo papà è stato risparmiato.
Per anni era consuetudine passare nel suo ufficio il pomeriggio prima di rincasare dal lavoro; dribblando la segreteria freneticamente impegnata in telefonate con l’estero, lo si trovava intento a dettare alla dattilografa qualche lettera della Norelli: convocazione consiglio, programma di una manifestazione, regolamento di una gara. Il papà, con aria vagamente paternalistica apostrofava: «Norelli, sono stufo di voi!», ma dal bagliore del suo sguardo si percepiva che era tutto uno scherzo; ci aveva persino messo a disposizione un locale ad uso archivio sulla cui porta campeggiava un bell’adesivo della Norelli e poi, in assenza di una sede nostra, le riunioni del Consiglio si tenevano regolarmente presso l’ufficio, libero nelle ore serali.
Il suo ufficio è stato da sempre la base logistica della Scuderia Norelli e il punto di riferimento per tutti, non soltanto per piloti e soci.
Non era raro trovare Massimo impegnato a preparare qualche scritto per la Norelli: un invito a qualche manifestazione, gli auguri per le festività o per il compleanno ai soci, l’opuscolo per l’assemblea annuale.
In occasione di qualche brillante obbiettivo raggiunto dai piloti, sia in campo sportivo, sia in quello scolastico, come pure da alcune personalità in campo lavorativo o nel privato, Massimo si è sempre premurato personalmente di inviare le congratulazioni a nome della Scuderia.
Nel 2005, sempre grazie alla sua tenacia, Massimo ha consentito finalmente alla Norelli di avere una sede decorosa presso il Lazzaretto di Bergamo.
Massimo si è sempre mosso con abilità politica, presenziando alle competizioni, riservando parole incoraggianti ai piloti, oppure strigliandoli se necessario, mantenendo fondamentali contatti con stampa e televisione, intrattenendo rapporti costruttivi di collaborazione con le autorità e gli addetti ai lavori e di sportività con gli avversari.
Certamente qualche litigata con alcuni personaggi c’è stata, ma ci voleva e poi era nel suo DNA; molti l’hanno capito ed è stata riconciliazione.
Spesso alle riunioni di Consiglio attaccava per primo dicendosi, a ragione, insoddisfatto dello scarso impegno di gruppo, spronandoci a prestare il nostro contributo con maggiore intensità e continuità.
Massimo era fatto così, si inalberava, si infiammava, ma sapeva riconoscere se avevi lavorato bene e lo diceva, e tutto questo ci appagava. Caro Massimo, vorremmo ancora parlare con te, non di te. Grazie di tutto Presidente”.

Il Presidente FMI Giovanni Copioli – che in più occasioni aveva incontrato Massimo Sironi – e la Federazione Motociclistica Italiana tutta porgono le più sentite condoglianze alla famiglia Sironi.

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