Spedito a tutti i Tesserati e a tutti i Moto Club affiliati alla Federazione Motociclistica Italiana
Editoriale
Motitalia Aprile 2011 – Obiettivo Comune
L’Italia sembra essere diventata il paese della rissa continua . Tutti sono sempre convinti di avere ragione e urlano, per sopraffare comunque l’avversario. Ma così non si costruisce nulla di positivo
Meno di un mese fa, il padre di un crossista ha preso un bastone dal furgone, per andare a colpire un altro pilota, colpevole a suo giudizio di avere ostacolato il figlio. In un’altra occasione, due genitori hanno avuto un comportamento incredibilmente violento sulla linea di partenza verso l’addetto di un Moto Club, sempre in una gara di motocross. E potrei citare diversi altri episodi.
Tutto lavoro per la giustizia federale, ovviamente. Ma intanto questi “signori” hanno causato un danno gravissimo all’immagine dello sport.
Anche all’interno della nostra struttura, ad ogni livello di responsabilità, non siamo esenti da comportamenti talvolta inaccettabili e comunque deleteri. Non si riesce a dialogare, talvolta non ci si parla e basta. Ma si tratta di comportamenti pubblici: la gente se ne accorge, la Federazione fa brutta figura e chi ci rimette sono i Tesserati, penalizzati ad esempio da gare troppo vicine nello stesso giorno o, al contrario, da mancati accordi per organizzare insieme manifestazioni che potrebbero avere grande partecipazione, o comunque da mancanza di sensibilità per una migliore presenza sul territorio.
Sia chiaro: fatti come questo sono sempre esistiti. Ma ora si sta esagerando. C’è un clima troppo esasperato, in troppe occasioni. “Urlare” e basta non serve a nulla: non si costruisce nulla, non si lascia nulla a chi verrà dopo di noi.
Si dice spesso che la FMI è fatta ANCHE di politica, ma mettiamoci d’accordo sul significato della parola. In questo caso indica “eccellenza” nel comportamento, nel rispetto di valori condivisi. La politica è (anche) l’arte di convivere con gli altri, l’arte di amministrare al meglio, l’arte della mediazione tra posizione diverse, sempre e comunque in funzione del bene di tutti.
Se si guarda solo al particolare (del Comitato Regionale, del Moto Club, del proprio figlio) non si riesce a stare in modo positivo sulla scena globale, perché si perde di vista l’obiettivo vero. Se si cerca soltanto di neutralizzare gli avversari, non resta tempo per costruire qualcosa di positivo.
Credo invece che ognuno di noi che riveste un ruolo in Federazione, abbia un compito da svolgere, ognuno al suo livello di responsabilità.
Per un motivo molto semplice: tutte queste persone occupano un posto perché hanno ricevuto fiducia, attraverso il voto, le elezioni, le deleghe. Anche i genitori devono conquistare la fiducia dei propri figli, se vogliono svolgere bene il loro compito. E chi accetta il ruolo è chiamato a svolgerlo al meglio.
Le critiche ci saranno sempre. E’ giusto, e sono anche necessarie. Servono a rimanere con i piedi per terra. A domandarsi se le nostre idee siano davvero le migliori. Servono a decidere sa “va bene così” o si possa fare diversamente.
Conclusione: tutti noi, mossi da grande passione, dobbiamo avere anche ben presenti i valori che guidano lo sport. Siamo tenuti a rispettare questi valori, per costruire qualcosa, per migliorare l’esistente, per lasciare a chi verrà dopo di noi cose positive.
Non si può, e non si deve, lavorare “contro”. Perché si perde tempo e perché non serve. Chi pensa di avere idee positive si faccia avanti. Cerchi di convincere gli interlocutori sulla “giustezza” delle proprie convinzioni. Ma senza urlare, litigare. O bastonare.
Paolo Sesti