Settanta anni fa è nata una nuova casa, destinata a conquistare un posto di straordinario rilievo nella storia del motociclismo italiano. Il suo primo prodotto è stato un ciclomotore dalle caratteristiche largamente innovative, se non addirittura rivoluzionarie. Progettato all’insegna della assoluta razionalità e costruito con l’obiettivo di abbinare una straordinaria robustezza a ottime prestazioni, adottava alcune soluzioni costruttive avanzatissime. Tra di esse spiccava il telaio, costituito da due parti in lamiera stampata che venivano unite per saldatura. Il progettista era Battista Falchetto, che aveva lavorato a lungo alla Lancia, azienda automobilistica famosa per il suo eccellente livello tecnologico e per l’elevata qualità delle sue realizzazioni. Il nuovo cinquantino si chiamava Motomic, ma l’anno successivo questo nome si è trasformato in Motòm, con il modello 12/A.
Motom. La regina dei ciclomotori
18 Maggio 2017
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