La Federazione Motociclistica Italiana (FMI) e l’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo (Ancma), insieme alla rivista Motociclismo lanciano, da giugno, una campagna congiunta contro il pedaggio autostradale per le moto. Il motivo è che le concessionarie non applicano, contrariamente a quanto avviene in quasi tutta Europa, un pedaggio per le moto inferiore a quello delle auto, se non addirittura gratuito. Per esempio in Francia la tratta Parigi-Lione (453 km) costa 33 euro per le auto e 20 per le moto. In Italia, su uno spostamento equivalente come la Firenze–Napoli (468 km), una moto di piccola cubatura paga quanto una vettura di grossa cilindrata: 33 euro.
Insieme a Motociclismo di giugno, in edicola dal 31 maggio con un’inchiesta dedicata, verranno distribuiti milioni di adesivi per scatenare – anche attraverso l’hashtag #metapedaggio – il “guerrilla marketing” contro questa sperequazione tutta italiana. Oltre che sulla rivista Motociclismo, la campagna di sensibilizzazione avverrà anche attraverso i canali informativi e social della FMI e di ANCMA. Va detto che dal 2008 al 2015 l’incidentalità in autostrada delle moto si è quasi dimezzata, e che il traffico autostradale su due ruote vale solo lo 0,5% del fatturato delle concessionarie, rendendo di fatto sostenibile, già adesso, una diversa tariffazione. Sarebbe la cosa più naturale del mondo dato che una moto pesa di media un sesto di un’auto e occupa un quarto dello spazio: perché non premiare chi fluidifica il traffico come avviene per esempio con lo sconto già praticato da alcune autostrade per il car pooling?
Tra i 7 milioni di motociclisti italiani, il 64% (fonte Motociclismo.it, sondaggio del 16/05/2016 su un campione di 2.072 persone) vede la via più sicura per spostarsi proprio nell’autostrada, e la imboccherebbe molto più spesso se fosse praticato un pedaggio “su misura”. Quale enorme contributo alla viabilità darebbe lo Stato italiano se fornisse un aiuto concreto a tutti questi utenti?