In occasione dell’inaugurazione del Centro di Preparazione Olimpica (CPO) “Aquagranda” di Livigno avvenuta lo scorso 6 ottobre, l’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del CONI ha organizzato il seminario “L’Allenamento in quota” rivolto ai direttori tecnici con l’obiettivo di condividere con tutti gli staff tecnici federali i benefici degli allenamenti in altura.
Una pratica questa non ancora ben radicata e compresa nel nostro territorio, infatti sono poche le federazioni che sfruttano ciclicamente gli allenamenti in quota per migliorare le prestazioni atletiche attraverso l’azione sui meccanismi di trasporto dell’ossigeno; tra queste sicuramente nuoto, atletica, ciclismo e calcio vantano le esperienze maggiori, non a caso sono queste le federazioni che racconteranno la loro esperienza con i rispettivi direttori tecnici relatori al seminario in questione.
Il nuovo CPO si aggiunge dunque a quelli dell’Acqua Acetosa (Roma), Formia e Tirrenia, con la particolarità di essere l’unico in Italia a consentire la preparazione atletica in quota e che permetterà gli allenamenti in altura degli atleti di interesse della Preparazione Olimpica e di Alto Livello delle varie federazioni sportive.
I temi affrontati durante il seminario toccavano argomenti come le valutazioni climatiche in quota, gli aspetti fisiologici dell’atleta, il controllo e gli aspetti della metodologia dell’allenamento in altura. In sintesi rispetto al livello del mare, le minor temperature atmosferiche, la minor pressione parziale di ossigeno e la maggior esposizione ai raggi UV rappresentano i principali meccanismi di stimolo alle risposte fisiologiche a breve e lungo termine dell’atleta con conseguente miglioramento della prestazione riscontrabile già dai 15 giorni successivi al rientro. Ovviamente gli adattamenti fisiologici cambiano da atleta ad atleta (da organismo ad organismo) e non esiste un protocollo standard; le risposte all’allenamento in quota sono personali così come l’andamento, ma test e studi riportati in sede hanno dimostrato come percorsi, adattamenti e risposte diverse hanno portato ugualmente al miglioramento della performance anche se in tempi diversi. Quello che cambia in quota è la fisiologia dell’allenamento in quanto l’organismo va in contro ad adattamenti ematici e muscolari, modifiche della composizione corporea e del sistema immunitario, alterazione dei parametri metabolici e della percezione di fatica.
Tutto questo viene raccontato attraverso testimonianze dell’Atletica Leggera tramite il suo Direttore Tecnico Antonio La Torre, o quella di Cesare Butini, Direttore Tecnico della Nazionale di Nuoto, o ancora di Roberto Sassi, preparatore atletico di squadre di calcio come Inter e Juventus. Tutte esperienze che divergono per strategie e metodologie. Il tutto integrato da interventi scientifici che analizzano le variazioni dell’organismo dell’atleta a quelle altezze.
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